A pochi chilometri da Portogruaro, verso Pordenone, si incontra Sesto al Reghena, piccolo paese con un prezioso tesoro: l’Abbazia Benedettina di Santa Maria in Sylvis.
L’Abbazia è uno splendido esempio di monastero fortificato edificato nel VIII secolo dai Longobardi e poi modificato in epoca romanica, assumendo una conformazione simile a quella attuale: del sistema difensivo di fossati e torri di un tempo resta un massiccio torrione in entrata a testimoniare l’antica potenza dell’Abbazia.
La visita a Sesto si può completare con una sosta alla vicina Abbazia di Summaga, che custodisce rari affreschi romanici.
All’interno della Basilica si ammirano affreschi medievali del XIV secolo eseguiti da pittori giotteschi e, nella cripta, l’Urna di S. Anastasia, capolavoro di arte Longobarda del VIII secolo.
La chiesa è anche protagonista di eventi culturali: da segnalare, grazie alla perfetta acustica, i concerti di musica antica con artisti di fama internazionale e il presepe vivente, nella notte di Natale e nel pomeriggio di Santo Stefano, con i momenti salienti della nascita di Gesù.
L’Abbazia fa parte di un complesso monasteriale di cui restano la torre vedetta con lesene del 1050 circa trasformata in campanile, l’antica cancelleria abbaziale e la residenza degli abati in stile rinascimentale oggi adibita a municipio.
L’origine di Sesto al Reghena è di epoca pre-romana, a giudicare dai reperti archeologici e dal significato del toponimo: Sesto indica in latino la collocazione di un posto militare a sei miglia da Iulia Concordia, l’attuale Concordia Sagittaria.
La denominazione attuale risale al 1867, con l’annessione del Friuli all’Italia, e si riferisce al fiume Reghena che scorre nel paese.
È interessante compiere un percorso naturalistico nelle zone circostanti per ammirare la vegetazione e le opere di valore artistico: l’antico Mulino di Stalis, la Fontana di Venchieredo, la segheria del XVIII secolo a Casette e la Villa Freschi a Ramuscello.